Gas di pirolisi sostituto del metano e ladro di CO2
Il gas di pirolisi potrebbe convenientemente e facilmente sostituire l’utilizzo del gas metano in tutti i suoi principali utilizzi.
Come potete vedere, se osserviamo una immagine scattata durante il funzionamento di un nostro impianto

possiamo fare un rapido confronto con una tabella colorimetrica https://www.vigilfuoco.it/aspx/page.aspx?IdPage=4134

Essa mostra che la temperatura di combustione del gas di pirolisi supera i 1400 gradi.
La foto è stata scattata durante una reale fase di avviamento di un nostro impianto, immediatamente prima che l’automazione avviasse il motogeneratore e cominciasse la fase di produzione dell’energia elettrica.
Per tornare al metano, dobbiamo anche valutare che i prodotti della combustione dei due gas, metano e di legna, sono molto simili.
Il carbonio del metano è però di origine fossile e quindi il contributo in termini di CO2 è peggiorativo.
Invece il carbonio contenuto nel gas di pirolisi è di origine vegetale e quindi la CO2 che si forma è di ciclo breve, non altera l’equilibrio odierno.
Anzi, la reazione di pirolisi non utilizza tutto il carbonio della molecola vegetale, tpicamente formata in questo modo: C6-H12-O6
Così otteniamo una “cattura” di carbonio, e una “liberazione di ossigeno” e quindi riduciamo la CO2 in atmosfera. Il carbonio viene sottratto in forma solida quasi pura, è il cd. carbone vegetale (oggi detto #biochar), prodotto ad alto valore commerciale.
Mentre il legno o le altre parti di vegetazione (potature, sfalci, diradamento di fiori o di frutti…) lasciate nel terreno fermentano abbastanza rapidamente e riformano gas serra, il carbone vegetale difficilmente si ricombina con altri elementi compreso l’ossigeno e ivi rimane praticamente a tempo indeterminato.
In questo modo si ricostituisce anche la dotazione di carbonio del terreno.